di Gabriele Sardu
Il mare non è lontano ma le curve che lo separano da Seulo, non sono delle più dolci e il contesto scenografico non ha nulla da invidiare alle Dolomiti dell’alta Badia. Gli scorci sono molto simili e l’aria che si respira è altrettanto pura. È qui che la vita scorre tranquilla e dura più a lungo, perché Seulo è la terra dei centenari – ce ne sono quattro in vita e altri due stanno per raggiungere il prestigioso traguardo su una popolazione di ottocento anime – perfettamente inserito in una delle Blue zone più significative del pianeta.
«L’isolamento del nostro comune è sempre stato un problema per la comunità – racconta il sindaco Enrico Murgia – ma è innegabile che abbia avuto anche molti vantaggi. In particolare in epoca storica da un punto di vista difensivo, visto che il nostro territorio è circondato dal fiume Flumendosa».
Il corso d’acqua a Seulo piega su sé stesso creando una doppia ansa, croce e delizia per quanti devono raggiungere il paese.
«Soprattutto se si considera che fino a poco tempo fa i ponti per valicare il fiume erano pochi e non adeguati. Gli ultimi due sono stati completati nel 1990 e nel 2005 – ancora Murgia – per questo, a ragione parliamo di un isolamento atavico».
Mario Tozzi, geologo e famoso divulgatore scientifico (nonché cittadino onorario di Seulo), ha definito il Flumendosa, tra i più puliti d’Italia, assieme al Tagliamento. Quest’ultimo però attraversa aree profondamente antropizzate, per cui spetta al corso d’acqua sardo il prestigioso primo posto di questa particolare classifica. Il lento e costante lavoro del fiume ha creato nei millenni dei giochi spettacolari di piscine naturali e grotte carsiche. Come Sa omu ‘e janas de Addolì, abitata dal neolitico fino a tutto il Medioevo. Le guide specializzate aiutano i visitatori ad ammirare le peculiarità di spazi, alti sino a sette metri, usati come rifugio e probabilmente come luogo di culto.
Sono le pitture rupestri risalenti al neolitico la caratteristica della grotta Su longu Fresu in cui sono state scoperte pitture rupestri del neolitico. Un scrigno che racchiude testimonianze di un passato molto lontano e ricco di rilevanza storica da un punto vista antropologico. In questi anfratti è stato trovato un cranio con tre trapanature di cui due cicatrizzate. Un medico negli anni Trenta lo trovò e lo ha analizzato, arrivando a concludere che probabilmente i nostri antenati applicavano una rudimentale chirurgia per la cura di patologie, si pensa all’idrocefalia.
Seulo assieme a quello di Gadoni condivide la celeberrima piscina naturale di Sa Stiddiosa, vero monumento naturale in cui, placido e costante, il ritmo del giorno viene scandito dal suono continuo dell’acqua. In questi ultimi anni il sito, è diventato meta di numerosi turisti e scenario mozzafiato per indimenticabili eventi culturali.
«Per tutte queste ragioni – conclude Murgia – ritengo il nostro territorio sia un parco giochi gigante che madre natura ci ha voluto regalare, in un certo senso per ripagarci dei disagi dovuti all’isolamento di cui parlavamo prima».
Incanta del contesto di Seulo il colore verde donato da circa 400 ettari di foresta: alberi millenari, testimoni di epocali evoluzioni storiche e marchio tangibile di una perfetta conservazione del territorio.