Percorso sensoriale nella natura selvaggia e incontaminata
Di Roberta Gallo, Sardegna Wanderlust II
Il silenzio è palpabile tra le tortuose colline della Marmilla, custodi della giara di Gesturi. Un’oasi nella parte centro meridionale della Sardegna di circa 45 chilometri quadrati ricoperti da un leggero strato di terra. Sa jara manna (la grande giara), è un altopiano basaltico solitario dal profilo pianeggiante, costeggiato dalla tipica area mediterranea antropizzata che è riuscita a preservare la sua natura selvaggia. Il fitto bosco di sughereta, con formazioni di roverella e leccio, è interrotto da piccole depressioni naturali, is paulis, scavate nel basalto, che in inverno si trasformano in enormi contenitori di acqua, fino al completo prosciugamento nella stagione estiva. Gli stagni temporali sono una fondamentale risorsa per le diverse forme di vita: luogo di ritrovo dei famosi cavallini della Giara e di tutti gli altri animali che popolano l’altopiano. Questi ultimi si nutrono dei ranuncoli acquatici che, nei generosi mesi primaverili, ricoprono gli specchi d’acqua di un candido manto bianco sotto la cui superficie nuota indisturbato il lepidurus, esemplare di crostaceo considerato un fossile vivente. Durante la passeggiata tra le scalas, accessi naturali alla Giara, è facile perdersi nella magia del luogo, modulata dal fruscio delle foglie, e godere di singolari scorci dai colori discordanti, che rapiscono lo sguardo dell’ospite e rinfrancano il suo animo. Piegate dal vento di maestrale, le specie arbustive e le querce da sughero sembrano riverire il visitatore; sua maestà la natura viene omaggiata dal cinguettio degli uccelli e dallo zoccolio dei cavalli, veri cavalieri della Giara, che paiono assecondare la narrazione di una fiaba. Questi superbi esemplari equini allo stato brado, tra gli ultimi cavalli selvaggi in Europa, sono riusciti ad adattarsi, nel tempo, ai cambiamenti dell’ambiente, sviluppando tratti caratteristici, quali le dimensioni ridotte e i piccoli e robusti zoccoli, per resistere alla pietrosità del terreno, dalla cui “ghiaia” deriva, appunto, il nome Giara. Dal 1995 l’omonimo Parco è annoverato tra le aree SIC (Siti di Interesse Comunitario) e comprende undici comuni, anche se solo Genoni, Gesturi Tuili e Setzu detengono la proprietà dell’altopiano, poiché legati da obiettivi condivisi.
Tra arbusti e natura incontaminata, si scorgono i resti di un passato remoto risalente al Neolitico. Oltre ventitré nuraghi trasformano il tavolato in una vera fortezza e svelano l’ingegno dei nostri antenati.
Ai margini dell’altopiano, nel territorio di Tuili, si trova il Giardino Botanico Morisia che prende il nome da una rara piantina perenne che, da gennaio ad aprile, regala uno sgargiante fiorellino giallo, che in sardo prende il nome di Ebra de Oru (erba d’oro). Esteso su una superficie di quasi due ettari, il giardino raccoglie la quasi totalità delle specie arboree e arbustive e gran parte delle specie fitologiche più significative di questo monumento naturale, scrigno della natura selvaggia e incontaminata.