Castelsardo roccaforte e crocevia di popoli

di Benedetta Madeddu, Sardegna Wanderlust IV

Arroccato su un promontorio che si affaccia sul Golfo dell’Asinara, come un presepe, nasce con il nome di Castelgenovese, nella seconda metà del XIII secolo, il borgo medievale simbolo del potere signorile nel nord Sardegna. Testimonianza del dominio genovese, il Castello dei Doria, edificato in posizione strategica per scopi difensivi, ospita il Museo dell’Intreccio Mediterraneo. L’affascinante edificio conserva prodotti artigianali, quali cestini e corbule, realizzati con l’antica tecnica dell’intreccio di fibre vegetali provenienti dalla Sardegna e da tutto il Mediterraneo. È suggestivo immaginare le lavorazioni tra le mani delle donne, custodi di saperi, che tessevano le foglie d’ulivo e di palma, stesso rito che precede, ancora oggi, la Pasqua cristiana. Dopo il dominio catalano il centro diviene Castellaragonese tra il XVI e il XVII secolo, scenario di guerra tra Spagnoli, Francesi e Turchi. Ribattezzato Castelsardo dai Savoia, nel 1767, ha conservato la caratteristica lingua castellanese, con richiami al genovese. Sintesi maestosa di questo crocevia di culture è la cattedrale di Sant’Antonio Abate, gotico-catalana nei dettagli ed eclettica nelle decorazioni ad azulejos ̶ colorate maioliche dal sapore arabo-spagnolo  ̶ sino ai rifacimenti rinascimentali. Sede vescovile dal 1503, in posizione di dominio a picco sul mare, conserva notevoli interni come la cappella laterale dedicata a San Filippo Neri.