Di Benedetta Madeddu, Sardegna Wanderlust III
Incorniciata da due falesie a picco sul mare, Cala Domestica spicca per le sfumature di colore dell’acqua dal blu cobalto all’azzurro puro e incontaminato, come la natura che circonda l’insenatura. Situata nella costa sud-ovest della Sardegna, la località ricca di memoria ricade nel Comune di Buggerru. Le tracce della presenza antropica, di epoche diverse, si fondono con i colori e i profumi della macchia mediterranea a ginepro, olivastro e fillirea, una particolare rosa che cresce ancora spontaneamente. Lo sfruttamento minerario e gli incendi hanno modificato quella che doveva essere stata, sino al 1600, una distesa di boschi di pino domestico e querce. La natura, tuttavia, resiste alla mano dell’uomo, come dimostra la presenza di preziose specie floristiche endemiche dalla caratteristica forma a cuore e la pratolina delle scogliere. Frequentata sin dal Medioevo, come suggerisce il nome della baia – riferito probabilmente a una fattoria – la Cala è nota per la presenza dell’omonima torre costruita per respingere le incursioni saracene e riutilizzata, durante la Seconda Guerra Mondiale, come punto di osservazione. Percorrendo il sentiero che ha inizio dalla spiaggia, ci si può imbattere in piccoli animali che ancora abitano il territorio: la donnola, il gatto selvatico e la volpe. Proseguendo, la stradina conduce alla fortificazione spagnola dalla quale si possono ammirare i colori del fondale marino e le chiazze di macchia mediterranea e da dove, se si è fortunati, si può avvistare l’aquila reale che sovrasta la baia. Quando, ai primi del Novecento, fu inaugurata la ferrovia elettrica per il trasporto dei minerali dalla località di Scalittas, Cala Domestica risultò naturale molo di imbarco per il materiale destinato a Carloforte. La galleria che collega ancora la cala maggiore alla caletta, i resti murari del piccolo approdo per il trasporto del minerale estratto e i resti della tonnara, riadattati a magazzini di stoccaggio, affascinano chi, per fede o per amore della natura, intraprende il cammino di Santa Barbara nel tratto che conduce da Masua a Cala Domestica. Il silenzio della natura e il soffio del Maestrale, che modellava le rocce, dovevano incantare anche i minatori che, sino al 1940, lavoravano all’imbarco del minerale. I lavoratori dovevano percorrere le dune di sabbia dorata che, oggi, si stanno lentamente ricostituendo grazie agli interventi di tutela che prevedono passerelle per il passaggio pedonale e sistemi di stabilizzazione delle sabbie: i primi segni di rinascita sono visibili nella crescita di vegetazione pioniera necessaria per difendere il litorale dall’erosione. Il territorio circostante custodisce la spiaggia di Buggerru, con il mare dalle acque tra le più limpide della costa, e l’ex villaggio minerario risalente alla fine dell’Ottocento.